Il Libro
C’è una figura costantemente ma fugacemente presente in tutta la letteratura sulla Roma del diciottesimo secolo: (Francesco di) Ficoroni. È arrivato il momento di ricollocarlo al posto che gli spetta, ovvero quello di leader degli antiquari della Roma del suo tempo (1662-1747).
È l’autore di molti libri riguardanti le sue collezioni e più di 500 delle sue lettere sono giunte a noi integre, mostrandolo come figura centrale nella vita degli antiquari europei, legato anche agli aristocratici, agli esponenti del clero e ai collezionisti del suo tempo.
È stato Il Cicerone dei primi visitatori del Grand Tour.
La ricchezza e l’importanza della sua figura sono in questa opera per la prima volta messe in evidenza.
L’autore
Ronald Thomas Ridley nato a Sydney nel 1940, educato al famoso liceo per ragazzi a Canterbury, poi alla Universita’ di Sydney (laurea in lingue classiche e storia antica nel 1962; poi Master of Arts 1966). Dopo la laurea fu assunto come il primo istitutore in Storia Antica (1962-1964). Nel 1965 sposo’ Therese Dominguez, traduttrice dal tedesco del famoso libro di Friedrich Muenzer sulla sistema politica della repubblica romana, e adesso da venti anni sta preparando il primo studio inglese sul piu’ importante storico italiano del Settecento, Pietro Giannone. Nello stesso anno si trasferì a Melbourne come lettore in Storia Antica. Qui ha insegnato per 41 anni, specilizzandosi nella storia antica dal 3000 a.C. (Egitto e Oriente Occidentale Antico all’impero romano), storia d’istoriografia e autobiografia, e storia d’archeologia egiziana e romana. Fu premiato nel 1997 con una cattedra personale (solo due ogni anno in tutta l’università). E’ professore emerito dal 2006.
E’ socio di quattro accademie: Societa’ degli Antiquari, Societa’ Reale di Storici (tutte e due a Londra), Pontificia Accademia Romana di Archeologia (il solo socio australiano), e Accademia Australiana di Lettere.
Dal 2006 si è dedicato a ricerche specialmente in tutta la storia romana.
La figura di Francesco Ficoroni vista attraverso il libro “The Prince of Antiquarians Francesco De Ficoroni” di Ronald. T. Ridley, a cura di Giulia Lorenzon
Nel catalogo dell’esposizione straordinaria di Roma nel 1959 è stato descritto come “Il più conosciuto e caratteristico degli antiquari romani del suo secolo”. Con le parole di Ludovico Muratori “di gran lunga il principe degli antiquari della Roma dei nostri tempi”.
Francesco de Ficoroni è nato a Lugnano ed è stato battezzato il 4 ottobre 1662. I suoi genitori erano Bonifacio e Maria: questa data, certificata dalle fonti archivistiche, anticipa di due anni quella riportata nel Dizionario biografico degli italiani.
Ficoroni era il settimo di otto figli e, da parte materna, nipote di Bona Ventura Rosati. Grazie al legame con la famiglia Sforza, Ventura venne nominato governatore di Lugnano. Quando Lugnano passò dagli Sforza ai Pamphilii, la sede del governatore venne spostata a Valmontone. Ventura preferì rimanere a Labico come vice governatore.
Francesco de Ficoroni non ebbe alcun figlio ma numerosi nipoti, tra questi Giuseppe Tonnone che utilizzò il cognome dello zio per farsi nominare esattore delle tasse, cosa che rese Ficoroni furioso.
Ficoroni studiò insieme a Ferdinando de Segnoribus, membro dal 1730 della Segnatura di Giustizia. I suoi scritti rivelano una profonda conoscenza del latino – indispensabile per un antiquario – ma verso la fine della sua vita rivelò a Gori di non comprendere il greco sebbene molti testi inseriti nelle sue pubblicazioni fossero in quella lingua.
Al tempo nella corte di Roma, la letteratura era un piacere intellettuale. Le famiglie nobili avevano diviso tra loro ogni potere e splendore: l’unica speranza di Ficoroni era quella di legarsi a eminenti patroni e coltivare una raffinata abilità che si potrebbe imparare, per così dire, dall’esperienza, di un “apprendistato”.
Ficoroni, fu uno studente di Giovan Pietro Bellori. Bellori è stato uno degli storici e antiquari più prolifici insieme a Carlo Fea. Il legame di Ficoroni con lui è pienamente supportato dagli stretti rapporti che Ficoroni ha avuto con Bartoli.
- Nel 1688, poco più che vent’enne, Ficoroni, si affidò al servizio di Filippo Gualtieri, francofilo ed anglofilo, che doveva diventare un cardinale nel 1706. Nel 1688 fece un viaggio a Napoli per acquistare vasi per la collezione di Gualtieri.
- Nel 1689, la Regina Cristina di Svezia. Alessandro VIII Ottoboni acquistò la sua biblioteca. Consegnò i novecento codici e manoscritti alla Biblioteca Vaticana e il resto ai nipoti. Ficoroni e Francesco Bianchini, entrambi di ventisette anni, ebbero l’incarico di mettere in ordine i suoi libri. Durante questo periodo, Ficoroni dormì per tre mesi nel palazzo della Cancelleria. Con l’ascesa al trono di Gianfranchi Albani come Clemente XI nel 1700, Ficoroni entrò al servizio anche di quella famiglia.
- Nel 1699 Ficoroni sposò Caterina Vanti, figlia di Pietro Paolo Vanti: aveva 15 anni mentre lui circa 37. Rimarranno sposati per 33 anni, fino alla morte di lei nel 1733.
- Ficoroni fece da Cicerone, a Roma, per diverse importanti personalità: il duca di Shrewsbury – Charles Talbot – Sir Andrew Fontaine, Paul de Rapin de Throyas, il duca di Norfolk, -Thomas Howard – il famoso giurista e statista tedesco Johann Ebner von Eschenbach, il duca di Sassionia – Anyon Ulrich, lo storico Conyer Middleton, Thomas Fritsch, membro del governo di Federico Cristiano di Sassonia, l’ambasciatore francese Cardinale Melchior de Polignac e Nicholas Vleughels, direttore dell’Accademia Francese.
- Nel 1707 Ficoroni conobbe il grande Antonio Magliabechi, bibliotecario di Leopoldo De’ Medici: nel loro rapporto, fino alla morte di Magliabechi, Ficoroni riuscì a far visitare la grande biblioteca a tante personalità che si rivolgevano a lui per i tour di Roma.
- Nel 1727 ci fu probabilmente la scoperta archeologica più importante della vita di Ficoroni: il Colombario del liberto Livia sulla via Appia.
- Nel 1730 Ficoroni pubblica un elenco delle cose da vedere a Roma: Memorie più singolari di Roma e le sue vicinanze.
- Nel 1733 l’Imperatore Carlo VI inviò a Ficoroni un diploma per i suoi servizi ai visitatori tedeschi.
- Nel 1736, il nipote mandò a Ficoroni suo figlio per educarlo in latino, dando grandi soddisfazioni all’antiquario: Ficoroni scrisse al Gori che, a soli otto anni, il bambino aveva già imparato molte più cose di quante ne sapesse lui a 18!
- L’oggetto che rese celebre Ficoroni fu ritrovato a Preneste nel 1738 ed è la cista che porta il suo nome.
- Ficoroni muore nel 1747 e venne sepolto vicino a sua moglie, in S. Francesco di Paola.
Una curiosità, sconosciuta forse ai più, riguarda un presunto ritratto di Ficoroni: nel museo Albertina di Vienna è esposta l’opera “Lezione di Gemme” di Pier Leone Ghezzi: molto probabilmente, la figura identificata come insegnante nel quadro è proprio Ficoroni, Basta confrontare, come fatto da Peter e Hilde Zazoff, il dipinto con il ritratto del Principe degli antiquari presente nella biblioteca vaticana.